Intervista con Corriere della Sera
REVISIONISTI Lo hanno cacciato d’all’insegnamento, è imputato in tre processi: parla il professore francese che nega l’esistenza delle camere a gas
dal nostro inviato Ulderico Monzi
tentato di uccidermi” Lo Sterminio? “Un’invenzione”
I morti di Auschwitz? “Solo 125 mila”
E le conferme, dice, verrano dagli archivi di Mosca
VICHY – Nei suoi occhi non c’è neanche un barlume di pietà. Noi, invece, durante l’intervista, ci sentiamo addosso, idealmente, l’immenso sguardo delle vittime dell’Olocausto. Il professor Robert Faurisson, 63 anni, può essere considerato uno dei fondatori del “revisionismo”. In sintesi, è uno storico che nega l’esistenza delle camere a gas come armi di sterminio. Nega il genocidio. Un tempo, Faurisson aveva una cattedra, prima alla Sorbona e poi all’università di Lione. È stato aggredito otto volte, è tenuto d’occhio dai servizi segreti, è stato scacciato dall’insegnamento ed è in attesa che si concludano tre processi in quanto ha contestato i crimini contro l’umanità come sono stati definiti, nel 1945, dal tribunale di Norimberga. È una legge voluta da socialisti e comunisti nel 1990. Dice: “Un nazista è considerato un essere che uccide uomini vivi. Io sono considerato un uomo che uccide i morti, doppiamente vigliacco”.
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– Come fa a dire di non essere nazista?
Non lo sono e non lo sono mai stato. Per me il nazionalsocialismo è morto con Hitler. Quand’ero a scuola dai gesuiti scrivevo sul banco: a morte Pétain. [No: “Mort à Laval” – NdA]
– Per chi vota?
Non voto più. L’ultima volta fu per i socialisti.
– Cosa pensa dell’ondata di antisemitismo?
C’è molta esagerazione giornalistica.
– Come giudica i nazi-skin?
Non so esattamente chi siano. E diffido anche dei sondaggi che sono una forma moderna di menzogna.
– Non crede a un nuovo pericolo nazista?
No. So che esiste la tendenza a presentare come nazisti, per esempio, gli storici revisionisti. Siamo almeno in cinquanta, riconosciuti per il mondo, alcuni anche ebrei. Non abbiamo nulla in comune con il nazismo, soprattutto in Francia dove il revisionismo nasce nella sinistra libertaria. Paul Rassinier, il vero fondatore, era un resistente. Fu deportato a Buchenwald e a Dora. Quando tornò, scrisse un libro, Le mensonge d’Ulysse: con questo titolo voleva dire che certi deportati, come Ulisse, avevano vissuto cento prove e, come Ulisse, ne avevano poi raccontate mille.
– I revisionisti sono antisemiti?
È possibile che alcuni lo siano, ma fra loro ci sono anche antirazzisti come me. Uno dei più brillanti revisionisti si chiama David Cole, 24 anni, ebreo di Los Angeles. Fino a pochi anni fa c’era un Tedesco, Josef Ginsburg, ebreo praticante.
– Lei insiste nel dire che le camere a gas non siano esistite.
Ne ho la prova. A partire dal 1988 si sono avute quattro indagini scientifiche. Tutte concludono che le camere a gas omicide di Auschwitz sono una leggenda. La prima indagine è americana, la seconda polacca, la terza austriaca e la quarta, nel 1992, tedesca. I giornali hanno parlato molto poco, deformandola, solo della prima. L’autore è Fred Leuchter, specialista americano delle camere a gas di esecuzione. Si è recato a Auschwitz e in altri campi. La sua conclusione, in un rapporto di 192 pagine, è categorica: non sono mai esistite né potevano esistere tali camere a gas. Inoltre, grazie alle analisi chimiche dei prelievi operati nei luoghi che si riteneva avessero accolto camere a gas, sappiamo che non s’è mai diffuso acido cianidrico in quelle stanze. L’acido cianidrico resta per secoli nella pietra.
– Nega anche la soluzione finale progettata da Hitler?
Per i nazionalsocialisti la “soluzione finale” prevedeva l’emigrazione degli ebrei e l’espulsione in caso di necessità. Gli ebrei hanno subito le persecuzioni, le deportazioni, gli effetti della guerra e le epidemie. Non c’è stata una distruzione fisica deliberata, cioè genocidio. La cifra di 6 milioni di morti è falsa. Tra i 45-50 milioni di morti delle seconda guerra mondiale, si può dire, forse, che ci sia un milione di ebrei.
– Come può sostenere questa tesi?
Non c’è mai stato l’ordine di sterminare gli ebrei, né un piano, né un budget. Nessuno ha compiuto una perizia sulla presunta arma del presunto crimine, cioè la camera a gas omicida. Non in c’è neanche un rapporto di autopsia che stabilisca che un deportato sia stato ucciso da gas velenosi.
– Ma le camere a gas sono state trovate.
Ci sono sempre state le camere a gas di disinfestazione che funzionavano, per esempio, con “Zyklon B”, un prodotto a base di acido cianidrico inventato nel 1922 per uccidere le pulci. Secondo i principi della chimica, della fisica e delle scienze naturali, la camera a gas omicida dei nazisti era impossibile. Un gas è un prodotto molto pericoloso e di difficile uso quando si vuole uccidere qualcuno senza correre rischi personali. Soprattutto con l’acido cianidrico. Basta visitare la struttura di una camera a gas in un carcere americano per rendersi conto della sua totale tenuta per uccidere un “solo” uomo. Si dice che le équipe dei lager, senza la protezione di maschere antigas, entravano nella camera a gas di Auschwitz per estrarre i cadaveri dopo aver messo in moto i ventilatori. Tutti cadaveri “intoccabili” perché il gas penetra nei corpi.
– A cosa servivano, allora, le camere a gas?
Non ci si poteva gassare nessuno. È stato confermato dalle perizie che sono state effettuate, purtroppo, solo a partire dal 1988. Aspetto da 30 anni che mi presentino un disegno della “formidabile macchina” che sarebbe stata necessaria per uccidere tanti esseri umani; la camera a gas è inconcepibile come la quadratura del cerchio.
– Perché inventare le camere a gas?
Gli ebrei non hanno inventato. È circolata una “voce”. Le ricordo che la “voce” delle camere a gas risale al 1916. Si raccontava che Tedeschi, Austriaci e Bulgari sterminassero i Serbi in camere a gas. La menzogna è stata ripresa nel ’41 ed è circolata in ambienti ebraici. Ma gli ebrei potevano essere in buonafede nel riferire. In seguito hanno trasformato la credenza in dogma. Volevano essere le vittime “privilegiate” della seconda guerra mondiale e far credere di aver sofferto più degli altri.
– Ma i Tedeschi hanno deportato gli ebrei.
Certo, era un loro obiettivo e non c’erano solo gli ebrei. Ritenevano che qualsiasi rappresentante di una minoranza ostile dovesse essere neutralizzato.
– E i testimoni che hanno visto le camere a gas ?
Nessun testimone ha subìto un contro-interrogatorio fino all’85. In un processo a Toronto, Rudolf Vrba ha ammesso d’essersi abbandonato a una licentia poetarum. E tutti quelli che ho ascoltato, mi hanno detto: “Se avessimo visto uno sterminio effettuato con i gas, non saremmo qui a raccontarlo”.
– Lei compie un gesto iniquo contro gli ebrei.
Galileo era accusato di far torto ai cristiani. In realtà cercava di non far torto alla scienza. È il mio caso.
– Con la divulgazione degli “archivi dell’Est” ha trovato altre informazioni per la sua tesi?
I Russi hanno consegnato ai Tedeschi 46 volumi di registri mortuari che avevano preso ad Auschwitz nel gennaio ’45. E ce ne saranno altri. Adesso, grazie ai registri, possiamo determinare il numero dei morti di Auschwitz e provare che la storia dei deportati non registrati e subito gassati è falsa. Per il tribunale di Norimberga, la cifra ufficiale era di 4 milioni, come poi è stato riprodotto a Birkenau su un monumento.
Adesso i Polacchi dicono che si tratta di 1 milione, 1 milione e mezzo. Mi aspetto altre revisioni. Dal monumento è stata tolta l’iscrizione dei 4 milioni. Secondo me, debbono essere morte 125 mila persone dal 1940 al 1945 ad Auschwitz. La maggior parte a causa di epidemie. Nel 1988 lo storico ebreo Arno Mayer dell’università di Princeton ha ammesso in un suo libro: le fonti sulle camere a gas sono rare e non affidabili. Il Vaticano dice che l’Olocausto e una realtà. Gli ebrei se ne sono serviti come “arma” per installarsi in Palestina. Trovo normale, come ateo, che il Papa faccia causa comune con gli ebrei.
– Quale futuro prevede per il revisionismo?
Sono ottimista per il revisionismo, pessimista per i revisionisti. La repressione si aggrava. Nell’89 c’è mancato poco che mi uccidessero.
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Robert Faurisson: “Macché razzista, votavo socialista” di Ulderico Munzi (intervista), Corriere della Sera, 18 novembre 1992, p. 33.