In riferimento ed a proposito di tre imposture

Nel blog di Paul-Eric Blanrue (di cui si impone la consultazione quotidianamente) non perdete un documentario che raccomanderei particolarmente a coloro che, in tutta innocenza, si stupiscono del successo che incontrano le più grossolane imposture (“Come si può mentire fino a questo punto?”, “Quale interesse per il bugiardo o per la bugiarda?”, “Quale interesse per quelli che, conseguentemente, diffondono siffatte enormità?”).

Si tratta, nella circostanza, di tre imposture particolari che in questi ultimi anni fanno fatto parlare di sé e di cui non se ne parla più tanto: quelle, rispettivamente, 1) di Jean-Claude Romand, falso medico e vero assassino, 2) di Marie-Léonie Leblanc, che s’era presentata come vittima di aggressori antisemiti in un treno della rete ferroviaria della periferia nord parigina e 3) della Belga che, per trenta anni e con l’appoggio dei mass media, era arrivata ad ingannare milioni di persone sufficientemente credulone da prestar fede alle sue pretese avventure di pretesa bambina ebrea – dal falso nome di Misha Defonseca – adottata nella sua sedicente fuga attraverso l’Europa in guerra da due branchi successivi di lupi (vedi il film Sopravvivere coi lupi con la prestazione di Guy Bedos, sempre ansioso di lusingare la comunità ebraica). Nella faccenda di Marie-Léonie Leblanc si noterà l’infame ruolo giocato da Jacques Chirac (“Superbugiardo”), Presidente della Repubblica, e Dominique de Villepin, Ministro dell’Interno.

Detto documentario si trova a blanrue.blogspot.fr/2012/05/les-grandes-impostures-de-ces-dernieres.html [link obsoleto].

In conclusione chiedetevi come sia possibile, ancora oggi, all’indescrivibile Padre Patrick Desbois di assicurarsi tanto di sostegno, di denaro e di onorificenze con le sue storie di “Shoah per proiettili” e di “Shoah per soffocamento”. Il bilancio provvisorio del nostro Pinocchio:Ottocento carnai scoperti per un totale d’un milione e mezzo di cadaveri ebrei! Ma nessun carnaio è stato aperto e nessun cadavere è stato prodotto! Ci sono state presentate, a sostegno di estratti di semplici “testimonianze” non verificate, delle foto di qualche scheletro di ebrei normalmente sotterrati in un cimitero ebraico e di bossoli o di pallottole tedesche raccolte in Ucraina, luogo di tante battaglie nel corso dell’ultima guerra. “Una pallottola, un ebreo” ha dottamente calcolato e pubblicato il buon Padre. E la Sorbona così come tutta una serie di università straniere gli ha aperto le porte. Quando ci si deciderà a denunciare il turlupinatore e la sua turlupintura? (“Padre Patrick Desbois è un bel mattacchione”, 30 novembre 2007).

È lo stesso per la supposta camera a gas di Auschwitz-I pietosamente visitata da milioni di turisti e pellegrini, laddove in seguito alle mie scoperte (particolarmente quella, nel 1976, della pianta di costruzione fino a quel momento accuratamente tenuta nascosta) una quantità di storici ortodossi hanno finito per ammettere che “Tutto lì è falso” (vedi ad es. “Les falsifications d’Auschwitz d’après un dossier de L’Express”, 19 gennaio 1995).

Si vergognino, in particolare, i professori universitari che, tipo Edouard Husson, vice-cancelliere delle università di Parigi, avallano le scempiaggini olocaustiche alla Patrick Desbois!

25 maggio 2012

Traduzione a cura di Germana Ruggeri