Le visioni cornute dell’Olocausto
L’“Olocausto” degli ebrei è una finzione. Lo storico numero uno di questo “Olocausto” fittizio è l’ebreo americano Raul Hilberg. Il testimone numero 1 è l’ebreo slovacco-inglese-canadese Rudolf Vrba. La bibbia della religione dell’“Olocausto” è The Encyclopedia of the Holocaust.
Un attento esame di queste tre fonti rivela che, nel tentativo di dimostrare la realtà dell’“Olocausto”, R. Hilberg, R. Vrba e gli autori di questa enciclopedia ebraica ricorrono a ciance, errori grossolani e sciocchezze che, sotto una veste fantasmagorica, servono gli interessi più sordidi. In effetti, questi ebrei ci chiedono di credere ne:
- – La scienza infusa di un tribunale militare in materia di crimini eccezionali presumibilmente commessi contro gli ebrei; i giudici di questo tribunale non hanno mai visitato la “scena del crimine”, non hanno mai ordinato esami forensi, non hanno mai visto o descritto l’“arma del delitto”; non c’è mai stata una commissione internazionale d’inchiesta; questo Tribunale – di Norimberga ma anche tutti i Tribunali che hanno dovuto processare “nazisti”, “collaborazionisti” o autori revisionisti per oltre cinquant’anni – ha rinunciato a fornire prove di quelli che si è permesso di chiamare, senza ulteriori indugi, “fatti di pubblica notorietà” (sic);[1]
- – La trasmissione del pensiero o telepatia all’interno della vasta burocrazia tedesca che, si dice, “grazie a un incredibile incontro di menti, una lettura consensuale di una burocrazia lontana” (an incredible meeting of minds, a consensus-mind reading by a far-flung bureaucracy), aveva preso, chissà dove, chissà come, ogni sorta di iniziativa in vista dello sterminio fisico degli ebrei;
- – La generazione spontanea di un coordinamento di tutte queste iniziative di sterminio senza ricorrere a un ordine, a un piano o alla minima istruzione da parte di Adolf Hitler o di qualsiasi altro nazista (si è finito per concedere ai revisionisti che i “verbali di Wannsee” non avevano nulla a che fare con un piano di sterminio degli ebrei;
- – La realtà ipostatica della camera a gas nazista mai mostrata, mai descritta ma che, attraverso randellate e ogni sorta di trucchi, è stata impiantata nelle menti delle persone per bene fino al punto di far loro immaginare d’aver effettivamente mostrato o descritto questa magica camera a gas;
- – L’intervento dello Spirito Santo nella creazione di questi mattatoi chimici noti come camere a gas naziste;
- – La magia del funzionamento dei detti mattatoi che, a ben vedere, avrebbero sfidato tutte le leggi della fisica e della chimica;
- – La “licenza poetica” (sic) per rafforzare la veridicità della testimonianza;
- – L’interpretazione cabalistica dei numeri, un’interpretazione che permette di mantenere invariato il presunto totale di 5-6 milioni di vittime ebree, anche se – come parti essenziali del tutto – il numero di ebrei morti ad Auschwitz o in altri campi si riduce di anno in anno, a volte di cifre impressionanti, nelle stime degli storici ufficiali;
- – La proliferazione dei miracoli, che ha permesso di presentare dopo la guerra milioni di ebrei europei come “miracoli”, “testimoni viventi dell’Olocausto” e “prove viventi dell’Olocausto”, quando in realtà questi milioni di persone che erano sotto il controllo tedesco e che sono sopravvissute sono la prova vivente che la Germania non ha mai avuto una politica di sterminio fisico degli ebrei;
- – L’innocenza consustanziale degli ebrei e la consustanziale colpevolezza dei non ebrei; innocenti come l’agnello senza macchia, gli ebrei furono condotti al macello dai Tedeschi con la complicità o l’indifferenza del resto del mondo, compresi Francesi, Inglesi, Americani e Sovietici; di conseguenza, sotto la voce “indennizzi” e “riparazioni” di ogni tipo, una gigantesca truffa ha permesso a tutti gli ebrei in Israele e altrove, sia che appartenessero alla generazione della guerra sia a quelle successive (la seconda e la terza generazione), di ricevere somme astronomiche da una serie di nazioni, soprattutto dai Tedeschi; alcuni di questi Tedeschi, quando verranno al mondo dopo il 2000 e raggiungeranno l’età per pagare le tasse, dovranno pagare la loro parte per i crimini presumibilmente commessi quasi un secolo fa dai loro antenati; così, pur rifiutando l’idea di “colpa collettiva”, gli ebrei in realtà ritengono l’intero popolo tedesco collettivamente colpevole, di generazione in generazione; meglio ancora: credono che il mondo intero sia, da sempre, colpevole nei loro confronti e che, di conseguenza, sia il mondo intero che deve o dovrà pagare a Shylock la sua libbra di carne.
Gli sterminazionisti sono degli illusionisti.
E, per usare le parole della revisionista americana Ingrid Rimland, gli stermina-sionisti sono degli estor-sionisti.
Vietarci – pena il carcere o una multa – di contestare l’esistenza di un “Olocausto” degli ebrei significa, in pratica, obbligarci a credere alle dieci frottole sopra elencati.
È sorprendente che, a tre anni dall’anno 2000, così tante persone accettino oggi come vere queste visioni cornute[2] degne sia di Mosè sul Monte Sinai sia del Vitello d’Oro che è ancora in piedi. Va detto che, per più di mezzo secolo, si è fatto ricorso a ogni mezzo per formare le menti. Siamo stati guidati dalla verga, dallo zucchero, dalla frusta, dal bastone. Sul tema dell’Olocausto, siamo stati trasformati in cani di Pavlov, pecore di Panurge, pappagalli, scimmie e animali da circo. Mattina, mezzogiorno, pomeriggio, sera e notte, i media ci sommergono di racconti sulle disgrazie degli ebrei e sulla crudeltà o l’indifferenza dei non ebrei; tra questi ultimi, si fa eccezione solo per alcuni “Giusti”, scelti come tali da Israele per evidenziare la fondamentale indegnità di chi non appartiene al popolo eletto di Dio.
A chi dubita che una simile formazione sia possibile consigliamo di leggere – o rileggere – Animal Farm, pubblicato da George Orwell nel 1945.[3]
31 gennaio 1997
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[1] “Il Tribunale non richiederà la prova di fatti che sono di dominio pubblico, ma li darà per scontati” (articolo 21 dello Statuto del Tribunale Militare Internazionale di Norimberga. Klaus Barbie e Paul Touvier sono stati condannati per complicità in una “impresa di sterminio” per la quale nemmeno i loro rispettivi avvocati, Jacques Vergès e Jacques Trémolet de Villers, hanno richiesto prove. Gli avvocati di Maurice Papon si preparano ora a fare la stessa sistemazione.
[2] Le visioni cornute sono, ricordiamolo, invenzioni stravaganti come quella dell’argomentazione cornuta: “Hai ciò che non hai perso; ora non hai perso nessuna corna; quindi hai le corna”. Queste visioni potrebbero non essere innocue ma diaboliche.
[3] Si può leggere anche The Fable of the Ducks and the Hens / A Dramatic Saga of Intrigue, Propaganda and Subversion (La Favola delle anatre e delle galline / Una saga drammatica di intrighi, propaganda e sovversione).