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Nel 1941, tra Hitler e Stalin, Pio XII ha scelto Stalin

Nel mio libretto del 2002 (Il Revisionismo di Pio XII*), io affermavo chiaramente che Pio XII era contro Stalin e Hitler ma che, ad un certo punto, dovendo, nell’estate e nell’autunno del 1941, scegliere tra i due, egli scelse di aiutare Roosevelt nei suoi preparativi per un’assai probabile guerra contro Hitler. La prova documentale si può trovare nel volume 5 degli Actes et documents du Saint Siège relatifs à la seconde guerre mondiale (Libreria Editrice Vaticana [1967]), in particolare alle pagg. 13-26 per un riassunto; per i riferimenti ai documenti, come riprodotti in questo volume, vedere le note in calce. Quattro erano gli editori dei 12 volumi di quegli ADSS. Tra loro, il Reverendo Pierre Blet, tuttora vivente, che, nel 1997, pubblicò una ragguardevole sintesi di 342 pagine intitolata Pie XII et la Seconde Guerre mondiale d’après les archives du Vatican (Librairie académique Perrin, Parigi).

Prima della guerra, nel 1937, il Papa precedente, Pio XI, aveva chiaramente affermato nell’enciclica Divini Redemptoris che il comunismo era intrinsecamente perverso e che nessun cattolico poteva in nessun modo collaborare con esso. Di conseguenza, era difficile per Pio XII dire nel 1941 che ciononostante era possibile per un cattolico appoggiare la politica di Roosevelt nei confronti di Stalin. Roosevelt voleva, già nell’estate del 1941, estendere il beneficio del Lend-Lease Act (marzo 1941) all’Unione Sovietica; ciò significava che egli intendeva fornire beni e armamenti a Stalin, come in realtà, alla fine, avrebbe fatto.

Perciò il Papa doveva trovare un modo. Il 20 settembre 1941 uno dei suoi più diretti ed intimi collaboratori, Monsignor Domenico Tardini, permise a Monsignor Amleto Cicognani, rappresentante del Vaticano a Washington, di ricevere discretamente Monsignor McNicholas, arcivescovo di Cincinnati (Stati Uniti), e di dirgli che il Papa aveva condannato il comunismo ma non il popolo russo e che di conseguenza era accettabile che l’Unione Sovietica beneficiasse del Lend-Lease Act. Il 14 ottobre McNicholas fu ricevuto da Cicognani che gli chiese di fare una dichiarazione pubblica in questo senso. E, conformemente, ciò è quanto fece McNicholas in una lettera pastorale. Poi, più tardi, nel dicembre del 1941, con Pearl Harbor e l’automatica entrata in guerra della Germania contro gli Stati Uniti, l’intero problema fu risolto per Roosevelt e per il Papa (ADSSvol. 5, p. 13-26 alla sezione “Pie XII et la politique de Roosevelt”).

I quattro editori degli ADSS concludono con queste parole: Force est bien de constater que [le Pape] a fait parler la Secrétairerie d’Etat et la hiérarchie américaine comme s’il admettait avec Roosevelt que l’hitlérisme était l’ennemi le plus dangereux, dont seule pouvait avoir raison une victoire militaire, même obtenue avec le concours de la Russie soviétique. (“È giocoforza constatare che [il Papa] ha fatto parlare la Segreteria di Stato [Tardini] e la gerarchia americana come se avesse ammesso con Roosevelt che l’hitlerismo era il nemico più pericoloso, di cui poteva avere ragione solo una vittoria militare, anche ottenuta con il concorso della Russia sovietica”) (ADSSvol. 5, p. 25-26).

Per parte sua, il Reverendo Blet ha riassunto la faccenda alle pagine 138-146 della propria opera ed ha chiamato ciò “la decisione di Pio XII di rimuovere gli scrupoli dei cattolici americani dinanzi alla politica di Roosevelt [nei confronti di Stalin]” (la décision de Pie XII de lever les scrupules des catholiques américains devant la politique de Roosevelt).

Questa non era “la tesi centrale” del mio libretto di circa 80 pagine. Come indicato dal titolo, la tesi centrale era che Pio XII era più che scettico riguardo alle voci che circolavano durante la guerra circa uno sterminio degli ebrei d’Europa da parte di Hitler; c’era stato un revisionismo specifico del Papa Pio XII. La breve sezione in cui io discuto della questione della scelta del Papa tra Hitler e Stalin occupa meno di tre pagine (p. 26-27).

Per replicare a coloro che osano accusare Pio XII di avere risparmiato Hitler e di avere taciuto sull’”Olocausto” degli ebrei, il Vaticano dispone di due argomenti: 1) l’”Olocausto” degli ebrei non è altro che un mito o un’impostura; 2) dovendo Pio XII, nel 1941, scegliere tra Hitler e Stalin, ha scelto Stalin. Purtroppo, le contingenze politiche fanno sì che, in pratica, il ricorso a questi due argomenti, pur del tutto fondati, comporterebbe per il Vaticano una catastrofe di proporzioni mondiali.

8 maggio 2005

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* Il Revisionismo di Pio XII; Edizioni all’Insegna del Veltro, Parma 2006.